Ecco la lettera di Padre Elia Biagio, al secolo Vittorio Favazzo, che ringraziamo per questa bella testimonianza di vita e di fede.
La Congregazione dei Francescani Ortodossi, della quale è Priore Generale mons. Roberto Pinna è stata costituita con Bolla Apostolica "Congregatio Orthodoxorum Monachorum" a firma di Sua Beatitudine Filippo I di Roma, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana. email: monacifrancescanicoi@gmail.com telefono: +39 349 008 3303 sito COI: www.chiesa-ortodossa.com
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lunedì 5 giugno 2023
La vita di Padre Elia Biagio
Due vite spezzate in un mondo senza amore
Due vite spezzate in un mondo senza amore
Una riflessione di Padre Masseo Emilio Boni, Priore Generale e fondatore della Congregazione dei Monaci Francescani Ortodossi, in seguito al tremendo fatto di cronaca nera dove ha perso la vita una giovane donna incinta assassinata dal suo fidanzato.
"Ci siamo abituati a tutto.. la vita si è ridotta ad influencer ed opinionisti. Per anni abbiamo assistito allo svilimento dei valori con la scusa che i tempi sono cambiati... Non ci meravigliamo di nulla e davanti a certe tragedie umane ci travestiamo in virtù della tuttologia in magistrati, politologi, geologi, statisti e criminologi.. apriamo il nostro armadio e abbiamo pronto l'abito che la notizia (e ahimé sempre di cronaca) richiede, e vestiti di tutto punto della disciplina che il social richiede entriamo in scena eludendo l'unica domanda che dovremmo farci: come siamo arrivati a tutto questo? Dove è avvenuto il cortocircuito? Per non sembrare retrogradi abbiamo messo da parte tradizioni ed insegnamenti, educazione e valori...e cosa ancor più tragicomica che reclamando come fosse uno spot pubblicitario al grido: difendiamo le nostre radici cristiane abbiamo messo in un vecchio baule e sotto naftalina proprio l' influencer che poteva e può salvarci da tutto questo. Abbiamo messo da parte il Signore della vita, colui che è venuto ad insegnare donando la sua vita e il vero amore. Non l'amore teorico ma l'amore applicato. Abbiamo fatto guerra a tutto, all'uomo, al creato a Dio che nonostante tutto oggi più che mai ci fa un invito, ovvero ritorna nell'amore, ritorna a me popolo mio, lontani da me non c'è Vita ma solo apparenze di vita che giorno per giorno stanno emplodendo".
venerdì 2 giugno 2023
La Teologia - Ponte tra l'uomo e DIO
La Teologia - Ponte tra l'uomo e DIO
La teologia, un dialogo tra Dio e l’uomo. Un discorso dinamico con una doppia sfaccettatura, sia comunitaria sia prettamente personale e sono inclusive l’ una dell’altro. L’esperienza comunitaria fa si che il singolo sia garantito nel suo rapporto con Dio, e il rapporto privato di ognuno ingenera il rapporto comunitario che rende possibile l’esperienza di chiesa
La teologia spesso viene ridotta alla scienza che studia la parola di Dio dimenticando ciò che effettivamente è. L’etimologia della parola include in sé Dio e logos (discorso) ma non è un discorso come siamo abituati a pensarlo, ma un vero e proprio dialogo, Dio che parla al suo popolo e il popolo che parla al suo Dio. Dio che parla all’uomo e l’uomo che parla a Dio.
Un discorso dinamico con una doppia sfaccettatura, sia comunitaria sia prettamente personale e sono inclusive l’ una dell’altro. L’esperienza comunitaria fa si che il singolo sia garantito nel suo rapporto con Dio, e il rapporto privato di ognuno ingenera il rapporto comunitario che rende possibile l’esperienza di chiesa. Questo rapporto duplice spesso però è monco di un elemento fondamentale, ovvero del percorso introspettivo che ognuno di noi deve fare, il buon vecchio esame di coscienza. Quando ci confrontiamo con la parola di Dio questa troppo spesso la facciamo diventare il metro di giudizio delle altrui realtà dimenticando che la Parola interroga la nostra coscienza: non siete né caldi né freddi, siete tiepidi e io sto per vomitarvi…ci chiediamo mai: ma io sono tiepido? Se entriamo in questa dinamica probabilmente ne usciremo convertiti dando così luogo alla realizzazione del progetto che Dio ha su ognuno di noi. Siamo fatti di intelletto ma la Bibbia non è altro che una lettera d’ amore che Dio scrive al suo popolo, che scrive ad ognuno di noi e se impariamo a leggerla con il cuore sicuramente attiviamo quel dinamismo di dialogo tra Dio e noi dando luogo appunto alla teologia che non è prerogativa degli studiosi ma prerogativa di ognuno di noi che abbia voglia di parlare con il suo Dio e di farsi travolgere dall’amore incondizionato che Dio ha per l’uom
Padre Masseo Emilio (al secolo Gian Luca Boni)
Priore Generale dei Monaci Francescani Ortodossi
Cantico dei Cantici
Cantico dei Cantici
Il Cantico dei Cantici è Stato accolto come Parola di Dio nella Sacra Bibbia, il Cantico è nella sua interezza, come diciamo in ebraico, un mashal (questa parola ebraica vuol dire “parabola”, “comparazione”, “enigma”) che, descrivendo l'amore tra due amanti, canta l'amore fra Dio e la sua Sposa, Israele, e ancor più, nell’interpretazione cristiana, fra Dio e l’anima di ogni credente.
Tradotto in lingua Sarda, è veramente bello e poetico.
Ho presentato Recentemente in Teatro l’ opera dell’ Attore e traduttore Ottavio Congiu: "Su Càntidu mannu”,
Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! È il mio diletto che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
Deu dormu e su coru miu est scidu:
eccu sa boxi de su stimau miu ch' atripat sa porta:
aberimì, o sorri mia,
amiga mia, columba mia, immaculada mia:
poita sa conca mia est isfusta de arrosu,
e is pilus mius de s' umedadi de sa notti.
Una Fiamma in memoria
Una Fiamma in memoria
delle vittime del Coronavirus
Come oramai è di dominio pubblico il Covid-19, è una malattia infettiva respiratoria acuta, che si trasmette per via aerea (da qui l’utilizzo quale protezione delle apposite mascherine), causata da un virus denominato SARS-CoV-2, appartenente alla famiglia dei coronavirus, che causa la perdita del gusto (ageusia) e dell’olfatto (anosmia) e si manifesta attraverso la stanchezza (astenia), dolori muscolari ed alle articolazioni (mialgie e artralgie), disturbi gastrointestinali (diarrea) e i classici sintomi influenzali quali la febbre, la tosse e il mal di testa (cefalea). In pratica è un'influenza più pandemica e mortale (anche la famosa Spagnola che uccise circa 100 milioni di persone dal gennaio 1918 al dicembre 1920 era una pandemia influenzale), più pericolosa delle normali influenze che tra morti dirette e complicanze respiratorie causano circa 10.000 morti all’anno senza che il Governo si sia mai sognato di carcerare in casa l’intera popolazione o danneggiare scientemente l’economia nazionale. Orbene, su iniziativa dell’Associazione 360 Solidale dell’Aquila, egregiamente diretta dal sig. Fabrizio Salvatore, che già nel passato ha organizzato delle popolari iniziative quali: “La giornata del cucciolo” e “Accendi la tua luce” in memoria delle 360 vittime del Sisma, è stata promossa per il prossimo 7 aprile (coincidente con il Venerdì Santo cattolico) un'iniziativa denominata “Una fiamma in memoria delle vittime del Coronavirus”.
All’iniziativa ha aderito e dato il suo patrocinio la Chiesa Ortodossa Italiana, nonché alcune associazioni ad essa collegate quali la Congregazione dei Monaci Francescani Ortodossi, la Confraternita del Buon Samaritano della Sardegna e il Monastero francescano ortodosso “Nostra Signora Rosa Mistica” di San Paolo del Brasile (nazione dove la pandemia ha causato la morte di ben 687.527 persone).
In memoria dei 6.873.477 morti da coronavirus (dati 14 marzo 2023) la Chiesa Ortodossa Italiana effettuerà liturgie con suffragio il 7 aprile prossimo in tutte le sue strutture, sia in Italia che all’estero ed invita tutti i cittadini, siano essi credenti o meno, ad accendere una candela sulla finestra o balcone di casa, affinché si ricordino questi nostri fratelli defunti.
Filippo Ortenzi
Chiesa Ortodossa Italiana
Via Appia Nuova n. 612 – 00179 ROMA
telefono: +39 0621119875 – email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com C.F. 930053400045
ho avuto fame e mi avete dato da mangiare
“ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” (Matteo, 25,35)
Padre Elia tra i senzatetto delle Stazioni Termini
e Ostiense di Roma
Padre Elia Biagio Favazzo, ieromonaco ortodosso siciliano, recentemente trasferitosi per motivi occupazionali a Roma, ha continuato anche nella Capitale quell’attività di aiuto agli ultimi che aveva iniziato prima a Palermo (collaborando anche con padre Biagio Conte, di venerata memoria) e poi a Reggio Calabria.
A Roma si è subito distinto per la partecipazione, in collaborazione con “quelli della Strada”. “Il pozzo di Giacobbe” ed altre realtà associative che si occupano dei senzatetto che gravitano alla stazione Termini ed alla stazione Ostiense.
Il suo spirito ecumenico e francescano ha avuto l’apprezzamento di tutti, tanto che ha servito il cibo ai poveri insieme ad un pastore presbiteriano scozzese, un sacerdote servita, una suora ecc. (era presente anche una nostra fedele della parrocchia di lingua rumena di Roma Anagnina).
Alla fine del servizio agli ultimi, padre Elia è stato invitato a dirigere le preghiere comuni.
Chiesa Ortodossa Italiana
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Mons. Roberto Pinna nuovo Priore Generale della Congregazione
Mons. Roberto Pinna nuovo Priore Generale della Congregazione Nomina mons. Roberto Pinna a Priore Generale pro-tempore dei Monaci Fran...